Gilera R1x 125 Dakar (aka La Dakarina)

Gilera R1x 125 Dakar

A two stroke gilera that raced the dakar in 1988 and the first Gilera which raced at the Dakar.

Courtesy of RC-True. Sorry but it is in italian. One day if i have some time, I will transalte it

“Nei giorni scorsi vi sarete chiesti perche’ cercassi disperatamente una marmitta dell’R1….vi avevo promesso di spiegarvelo a tempo debito..ed eccomi qui; però, per spiegarvelo completamente, parto da molto lontano, precisamente dal 19 Dicembre del 1987: In quel giorno due ragazzi francesi, Gilles Valade e Christian Grelaude, si presentano ai cancelli di ingresso dello stabilimento Gilera di Arcore con una strana domanda: si erano iscritti alla 10° Parigi Dakar, che sarebbe partita il 30  Dicembre successivo da Parigi,  con due Peugeot 125 XLC e formavano il Team “Le Defì 125″….La Sfida dei 125;peugeot x125lc questo endurino era equipaggiato  con un motore costruito da Gilera su specifiche Peugeot…ma era fondamentalmente lo stesso che equipaggiava le Gilera RV ed RX Arizona . Non ho trovato nessun documento fotografico per documentare il livello di preparazione di queste due motine…..ma l’ argomento della loro visita (chiesero la possibilità di essere aiutati nella preparazione del motore per la gara) e, soprattutto la data (il 19 Dicembre…neanche 10 giorni prima della prepartenza  che quell’anno era a Milano..e con Natale di mezzo!!!!!!!!) la dice lunga su come quella preparazione fosse accurata!!!!Evidentemente quello deve essere stato  un giorno fortunato per i due ragazzi: non solo non vennero messi alla porta e presi a male parole a causa della loro richiesta un filino “assurda”…ma grazie ai buoni uffici del vulcanico Gianni Perini (che già stava pensando alla Dakar…dopo aver concluso la stagione con  Il Proto 600…sì ,insomma …la “Lucy”) non solo la loro richiesta di avere due motori preparati venne accolta….ma la Gilera offrì loro addirittura due fiammanti R1 (appena presentate sul mercato), che sarebbero state allestite a tambur battente nei dieci giorni rimanenti , cassando le ferie di Natale ad un buon numero di tecnici del Reparto Esperienze!!!! Ma l’insperata fortuna non si fermava lì..I ragazzi sarebbero stati seguiti fino a Parigi dal furgone del Reparto Corse, e da lì fino all’imbarco per l’Africa, quell’anno previsto al porto di Sete…inoltre, se fossero riusciti ad arrivare fino ad Agadez, per il giorno di riposo previsto a metà gara, un Tecnico Gilera (probabilmente l’onnipresente Silvano Galbusera, che quell’anno sicuramente saltò il Natale ed anche il Capodanno!!!!) sarebbe volato là con dei pezzi freschi, ad aiutare l’unico meccanico che i due ragazzi avevano previsto al seguito…un meccanico che era aggregato alla mega organizzazione Peugeot, che in quell’anno raggiunse il Top in termine di Organizzazione di supporto alle auto di Vatanen e Kankunnen…un vero Esercito!!!! I dettagli  tecnici della preparazione ve li descriverò più avanti…adesso continuiamo con la storia sportiva: Nonostante il quasi folle programma, le moto  erano venute pronte: eccone una alla prepartenza di Milano Fiori:GIlera R1 125 88  2Inutile dire che le moto erano  venute molto belle

: la livrea R1 è sempre stata “accattivante”…ne abbiamo parlato moltissimo a suo tempo…ed il codone /serbatoio, che e’ l’unico pezzo che fu salvato dalle Peugeot dei ragazzi, verniciato in livrea R1, si integra benissimo e rende questa motina una delle più eleganti  mai viste alla Dakar…questo  ovviamente secondo un mio personalissimo parere!!!. Bene, dopo la pre-partenza di Milano le moto furono inviate a Parigi…ed eccole al Parco chiuso di Versailles:Il personaggio mascherato  era un mio collega in Gilera che aveva deciso di farsi il Capodanno a Parigi per suo conto…e così, ovviamente..c’è scappata la foto!!!!Nel Prologo cronometrato,normalmente poco più che uno Show, effettuata a Cergy-Pontoise, su un piccolo circuito fangosissimo i nostri due ragazzi si comportarono più che bene…il Christian fece il 39° tempo ed il Gilles il 98°…questo su 187 piloti (una delle partecipazioni più numerose per le due ruote!)La prova non fu del tutto banale…infatti in moltissimi ebbero problemi a causa del gran fango..ed anche qualche pilota di spicco si prese dei minuti di ritardo, specialmente chi era partito con pneumatici non da cross e parafango basso all’anteriorEcco altre fotine prese durante il trasferimento stradale da Parigi a Sete (780 Km)…in una si vede sullo sfondo il Furgone Gilera che, come da accordi, li scortò fino a all’imbarco di Sete; la foto deve essere stata fatta subito dopo la prova-show di Cergy, perché si vede che la moto era dotata del parafango alto…sicuramente utilissimo in quella fangaia!Una volta giunti in Africa, i nostri ragazzotti fecero poca strada, dopo la prima tappa, che era sostanzialmente un trasferimento di 600 Km che portava la gara da Algeri ad El Oued su piste asfaltate, o comunque battute….si piantarono durante la El Oued-Hassi Messoud.Questa tappa è ricordata come una delle più difficili di tutte le Dakar (anche delle successive…a leggerne il resoconto)perché, nonostante fosse relativamente corta (250Km, per il tratto cronometrato), era stato scelto un passaggio in uno dei tratti più difficili del deserto dell’Erg, a causa delle moltissime zone con sabbia sofficissima e con dune altissime; anche i big ebbero delle difficoltà ed in moltissimi si ritirarono qui…non essendo riusciti a raggiungere il fine tappa in tempo per ripartire il giorno dopo!!!Le ragioni vere del ritiro dei due ragazzi non le conosco …ma le loro tracce si perdono in questa tappa!Anche le altre 6 125 partite da Parigi (due Peugeot, 3 Yamaha ed una KTM…famosissima perché il suo pilota aveva cacciato un intero motore di scorta sotto al mega  serbatoio!!!!!) non furono molto più fortunati….quelli che arrivarono più lontano furono i Fratelli Auribault (vecchie conoscenze delle prime edizioni della Pa-Dak) che arrivarono poco oltre la metà gara di Agadez!C’è da dire che la decima edizione è ricordata come una tra le più massacranti, se non la più massacrante in assoluto: il percorso tracciato da Rene Metge era assolutamente pensato per le auto e per favorire lo squadrone Peugeot: quindi tappe lunghissime e percorsi massacranti, che l’Esercito Peugeot poteva gestire, in funzione dei mezzi faraonici che aveva messo in campo, a differenza di tutti gli altri! Fu la Dakar in cui il grande campione di Cross  Malherbe ebbe l’incidente che lo ridusse su di una sedia a rotelle ed anche la Dakar che mise fine alle assurde prestazioni dei Camion Daf, a causa dello spettacolare e drammatico incidente in cui persero la vita due persone dell’equipaggio dopo una cappottata a quasi 200 all’ora; fu anche la Dakar dell’assurdo episodio del furto della Peugeot di Vatanen…che dette la vittoria al suo collega Kankunnen..episodio mai chiarito del tutto ma che si pensa sia stato un giochetto ordito dal “General “ Jean Todt.. Padre/Padrone non solo dello Squadrone Peugeot, ma anche (qualcuno dice) della Dakar stessa…almeno in quegli anni!!.Comunque, e questo per la cronaca, fu la Dakar che vide la prima vittoria dei motociclisti nostrani: vinse Orioli sulla Honda Bici ufficiale, dopo un lunghissimo duello col nostro Francone Picco, sulla  750 Mono Yamaha….un duello epico che fece capire ai Piloti transalpini che adesso c’erano anche “Les Italiens”…e che adesso si doveva fare i conti anche con i piloti della nostra Italietta!!!!

Qui finisce la Storia Sportiva di questa motina…e voi comincerete a chiedervi:Ma cosa ci azzecca tutto questo con la ricerca della Marmitta R1?Huh”Aspettate e capirete!!!Da adesso in avanti la storia di queste moto diventa “ipotizzata”, non esistendo più  documentazione scritta: è presumibile che una volta rientrate in Europa, le due moto fossero riconsegnate alla Gilera….dal momento che delle Peugeot originarie era rimasto ben poco!!!Molto probabilmente queste moto furono accatastate nel magazzino a cielo quasi aperto che c’era nella parte posteriore del Reparto Esperienze di Arcore…e lì rimasero fino al Settembre 1993…data tragica e fatidica della chiusura dello Stabilimento di Arcore.Finirono quindi nel materiale rilevato dai Fratelloni Frigerio ed..almeno una delle due (della seconda non rimane che il serbatoio in ferro…chissà dov’è finita…smembrata!? Data ai due ragazzi!?!?!…CHISSA?!?!?!?) e finirono in un capannoncino metallico insieme ad altre moto e pezzi sciolti.Ed arriviamo ai giorni nostri: I Fratelloni mettono la moto in vendita sul loro Sito lo scorso anno (se ne era anche parlato su un topic, verso la fine dell’anno scorso!).Alla fine dell’anno, proprio in corrispondenza della riesumazione della Frigerio/Gilera, il Luigi me la offre…ma il prezzo richiesto è troppo fuori della mia portata  e, dovendo scegliere che “Regalo di Natale” farmi…non ebbi dubbi e scelsi la Friggy!!!!Però a me seccava sapere che quella moto potesse finire in mano ad un qualche collezionista  poco “bianellato”…ed allora ne parlai col nostro  “Pistoni del Deserto”, conoscendo il suo interesse per le moto da Dakar; chiaramente  Pistoni del Deserto mi disse che, data la cilindrata e il suo 2Tismo…era un po’ fuori dal suo target usuale…ma alla fine mi disse che se il Luigi arrivava a quello che era la cifra max che lui riteneva giusto allora la avrebbe presa……….il Luigi accetto’!!!!! GILERA R1 125 DAKARinaQuindi la “Dakarina” (questo è il nomignolo con cui la abbiamo ribattezzata io e Pistoni del Deserto nelle nostre discussioni) fece il viaggio da Canonica d’Adda al mio garage insieme alla Friggy…anche perché al Pistoni del Deserto avevo promesso di ricoverarla io fintanto che lui fosse venuto in Italia a recuperarla; in realtà gli avevo promesso che mi sarei prodigato anche per metterla nelle condizioni di farla “ripartire”….questa era una condizione che aveva posto Pistoni del Deserto: la moto doveva essere in condizione di accendersi!!!Io qui mi ero fidato del mio istinto (non avevo la minima notizia su quale fosse il suo stato…per quanto ne sapevo avrebbe potuto anche essere grippata di brutto!!) e del fatto che, dopo aver sbloccato il Kick starter (parecchio ossidato…come altre parti..probabilmente a causa degli anni passati in Gilera senza molta protezione!) il motore girava libero…per cui questa condizione mi sembrò assolutamente possibile!!!!Della cosa io non ne parlai..dal momento che la moto era di Pistoni del Deserto ..e anche Pistoni del Deserto non ne parlo’…dal momento che per lui quella moto era niente più che alcune foto che gli avevo mandato io , insieme alle stringate notizie storiche che ho riportato sopra.Bene…ma allora la marmitta dell’R1!?!?!?!?!?!Adesso ci arrivo!A fine Luglio Pistoni del Desertomi dice che doveva fare un salto in Italia per alcuni suoi impegni personali e quindi avrebbe potuto organizzare il ritiro…..PANICO!!!Gli avevo promesso che avrei fatto il minimo per renderla marciante….ma più che liberarla dalle ragnatele e dargli una spruzzata di gasolio prima di ritirarla dai Frigerio (per cercare di bloccare la ossidazione) ed aver cercato dei pezzettini che erano mancanti alla ispezione che feci prima di ritirarla…non avevo fatto!!!Poco male: la settimana scorsa, appena rientrato dalle ferie, ed a poco più di una settimana dal giorno pattuito con Pistoni del Deserto, mi decido e mi accingo allo smontaggio minimo, che mi avrebbe permesso di capire se la mia promessa poteva essere mantenuta.Adesso però parto con una minidescrizione tecnica, che lo smontaggio mi ha permesso di documentare  con alcune fotine…così completiamo la descrizione…ed anticipo le vostre richieste che mi immagino numerosissime se non lo facessi.Premetto che questa operazione mi ha messo in uno stato di apprensione/dubbio…infatti era chiaro che quella moto, a prescindere dalla ruggine che aveva sopra (che, chiaramente potrebbe anche essere iniziata nel viaggio di ritorno via nave dall’Africa…all’andata lo stivaggio viene curato abbastanza bene…ma il ritorno molto meno…….anche le nostre moto quando tornavano dalle gare africane presentavano attacchi di ossidazione  sicuramente non imputabili al clima secco Africano; per chi aveva la fortuna di arrivare in fondo, la passerella sul bordo dell’oceano  fino al  Lago Rosa poteva essere una causa di incipiente ossidazione..perchè nessun meccanico avrebbe avuto la voglia (e la forza..dopo un mese di quella vita) di mettersi a ripulire le moto prima della spedizione!) non era stata nemmeno toccata dopo il rientro…in molte parti c’era ancora attaccata la sabbia del deserto Algerino!Quindi ho cercato di fare l’intervento meno invasivo possibile perché nella mia mente (ed anche nelle intenzioni che Pistoni del Deserto mi ha confermato) questa moto dovrebbe essere conservata nello stato quanto più vicino possibile a quello  del giorno in cui il suo pilota è stato costretto a fermarsi!Ed allora ecco qua alcune foto, lato DX e lato SX delle moto…in cui si vede che la silhoutte è dominata dal serbatoione (che poi vedremo che serbatoione non fu!!!) posteriore, mentre per il resto è tutto R1 serie.

Liberata della carenatura anteriore si arriva alla zona strumenti:

il ponte di comandoQui si vede che le modifiche non furono radicali: mantenuto solo il ContaKm ed il Trip e rimosso lo strumento col livello benza e l’orologio, per far spazio alla Bussola; questo lo deduco dai 4 silent blocks montati su una piastrina artigianale…non poteva esserci montata che la bussola e secondo me si trattava di una bussola di quelle di derivazione aeronautica (molto robuste e spartane), magari montate su di un supporto costruito di macchina…qualcosa di molto simile a quello che si vedrà sulle prime Gilera da Africa per il Tunisia dell’89;supporto bussolabussola RC 600 Tunisia il fatto che la bussola sia stata rimossa (insieme anche al porta roadbook, che invece doveva essere montato sul traversino del manubrio) potrebbe dipendere dal fatto che era dei Francesi…e quindi se la sono ripresa…..o se era qualcosa di provenienza Gilera…è andata a finire su qualche altra moto…..tanto per riferimento ecco una fotina della soluzione RC 600 Tunisia: In realtà mi risulta che la prima gara Africana della Gilera sia stata un Rally di Tunisia fatto con le Rally 250 (300!?!?!?!),leva ricambio ma adesso non mi ricordo bene se fu nell’87 (ed allora precedenti alla Dakarina) o nell’88 (ed allora immediatamente successiva a questa avventura)…purtroppo di questa esperienza ho solo una foto addirittura di Andreini…ma nessun articolo disponibile!!!!Andando avanti nella analisi della zona strumenti..ecco una prima piccola chicca, figlia delle esperienze enduristiche di chi preparò quella moto: a lato del telaietto si vede, applicato con le fascette di plastica, una leva della frizione completa di ricambio….ancora lì come era stata fissata!!!Questa logica era stata seguita anche per i cavi frizione e gas; Ironia della sorte…questa preparazione mi è tornata utile a 23 anni di distanza…ma questo ve lo racconto dopo………….Adesso mollo…perchè caricare i post con tutte le foto mi fà diventare pazzo….alla prossima puntata!!!!!!Andiamo avanti a smontare la Dakarina:A questo punto si passa a togliere il codone…semplicissimo: si tolgono 2 dadi che fissano il codone ad una traversa del telaietto reggisella, attraverso la interposizione di 2 silentblock…ed il gioco è fatto dal momento che tutto il gruppo si sfila essendo centrato anteriormente solo da due perni annegati nel codone (modifica sicuramente realizzata dai ragazzi di Gilera, si vede che questi perni, simili a quelli delle selle, sono stati attaccati dopo con una bella passata di vetroresina); la sella, realizzata ad hoc ,dal momento che è realizzata con una copertina in pelle ed ha il logo Gilera serigrafato, è fissata direttamente al codone:E parliamo di questo codone: è un pezzo ben realizzato,in composito e con struttura Honeycomb, necessaria per la sua funzione “semistrutturale” (il peso del pilota e del suo contenuto deve essere supportato dalla struttura stessa!)

 

 

; io credo che i ragazzi lo abbiano trovato in Francia già pronto (fare un pezzo del genere non è da tutti!), dal momento che in quegli anni in Francia la preparazione delle moto per l’Africa era già molto ben sviluppata.Quello che mi ha stupito e che, se da una parte mi ha fatto commettere un errore “storico” imperdonabile, dall’altra parte mi conferma che la preparazione dei ragazzi fu molto “approssimativa”, è questa considerazione: un serbatoio costruito con questa struttura non può contenere benzina direttamente…la struttura in honeycomb non potrebbe mai garantire la tenuta alla benzina, quindi ,normalmente, queste strutture devono avere all’interno una “vescica” realizzata in tessuto gommato che ne replica la forma esterna…una soluzione ancora oggi usata per i serbatoi degli aeroplani, che devono contenere la benzina all’interno delle strutture delle ali.Ma quando ho verificato la moto dai Frigerio, all’interno del codone ho trovato solo un grosso foglio di Pluriball (sapete, quella plastica con le bolle usate per gli imballaggi) ripiegato, che lo riempiva fino al livello della apertura rettangolare; pensando che si trattasse di un riempimento posticcio..l’ho rimosso e gettato nella spazzatura…ERRORE IMPERDONABILE!!!!! Quel pluriball era lì dentro sin dall’inizio…e serviva a sorreggere un serbatoio, probabilmente una tanica in plastica, piazzata lì sopra e fissata al codone stesso con dei lacci fissati ai quattro ganci realizzati in lamiera e rivettati sui 4 lati della apertura!!!!!!  Questa “tanica” si vede benissimo nella unica foto in gara sulla sabbia…ed analizzando bene una delle foto del trasferimento (quella con dietro il furgone Gilera) mi sembra di vedere addirittura lo stesso pluriball che io ho, imperdonabilmente, buttato via!!!!! Vedete cosa vuol dire non documentarsi a dovere?HuhIo credo che ai ragazzi di Gilera questa soluzione non debba essere piaciuta molto…ma col tempo a disposizione non ci deve essere stata nessuna possibilità di realizzare qualcosa di più elegante…che so, un serbatoio in alluminio inserito parzialmente nel codone, magari allargando la feritoia rettangolare! Io penso che quella soluzione era quella “frettolosamente” pensata dai Francesi….e quella hanno mantenuto!!!!Sicuramente la posizione di quel tanicone non richiedeva l’uso di nessuna pompa benzina, perché il livello era comunque superiore al livello del carburatore…cosa che non sarebbe stato possibile se si fosse sfruttato tutto il volume del codone, che ha delle zone sicuramente sotto livello; dal tanicone deve essere partito un tubo benzina che, attraverso un foro praticato sul lato Sx del codone, raggiungeva i tubi provenienti dai due rubinetti del serbatoio e, collegamendosi ad essi con delle T in plastica, raggiungeva il carburatore attraverso la interposizione di un filtro benzina (un classico Fispino!)

tubi benzaAl codone mancavano i due fari (qui sono sicuro depredati dai Fratelloni!), che altro non erano che due gemme Acerbis montate sul famoso parafango Baja (il mio parafango post preferito!)……uno ne avevo tra la mia ferraglia…e ce l’ho montato e l’altro lo aggiungerà Pistoni del Deserto…che conosce bene questo parafango.uno dei due fanalini al suo postoAdesso si può togliere il serbatoio in ferro: qui i ragazzi Gilera ebbero da lavorare, perché la capienza dei due serbatoi (come ho detto ,della seconda moto è rimasto solo il serbatoio) originali dell’R1 venne adeguatamente aumentata saldando una struttura fatta a mano nella parte DX ;la parte SX non potè essere sfruttata…perché li’ ci passava la marmitta…è già..la marmitta!!!Ma è ancora presto per parlare di lei!!!!!serbatoio maggioratoTolto il serbatoio…ecco il telaio nudo:dakarina spogliataQui si vede che di modifiche non se ne fecero…si rinforzo’ solo il telaietto reggisella in svariati punti; i battilastra realizzarono un paracoppa abbastanza esteso che proteggeva i coperchi dei carter  e stop!paracoppaAhh…sì…al cavalletto laterale venne saldata una piastra per evitare che sprofondasse nella sabbia!piastra cavallettoGuardando sotto il serbatoio si vede che venne aggiunto una bobina/centralina di riserva sotto al radiatore DX, già collegata all’impianto elettrico e dotata di pipetta candela……basta togliere la pipetta proveniente dalla bobina originale e mettere quella della bobina di riserva! Evidentemente non ci si fidava dell’affidabilita della Motoplat!!!bobina di scortaMi sono abbastanza emozionato ripulendo minimamente le zone in cui c’erano le punzonature: si vedono bene alla DX del canotto sterzo e su un attacco motore le zone verniciate di rosso dai commissari e con su il numero 2..cioè il numero di gara della nostra motina!punzonatura telaio e motoreUn bell’  esempio della “regolarissima” gestione dei numeri di telaio, che come detto altre volte era comunemente in uso per i prototipi da gara, la si deduce guardando la parte DX del cannotto (scusatemi se ho nascosto gli ultimi numeri…ma questo per la consueta regola sulla privacy!)numero telaio:Il numero di telaio, pur se ben realizzato….si vede lontano un Km che è fatto a mano!! Oltretutto quel numero non corrisponde assolutamente alla numerazione R1; io sono quasi del tutto convinto che il numero sia quello originario del Peugeot…così come le targhe utilizzate…..ma sotto Natale come pensate che avrebbero potuto fare qualcosa di un po’ piu’ regolare!!!!!!!!! In ogni caso i nostri ragazzi devono aver considerato bene la questione della omologazione Francese…infatti la Dakarina monta le lampadine gialle che all’epoca erano obbligatorie in Francia…..magari un “Flick” francese avrebbe sospettato qualcosa vedendo una moto con targa francese e fari bianchi!!!!!!A livello di scatola filtro, i ragazzi di Gilera realizzarono, in alluminio battuto a mano, una presa d’aria che prende l’aria da una zona “calma” nel sottosella anteriore, con la presa d’aria protetta da un filtro realizzato con un foglio di tessuto a trama molto fine e cercarono di chiudere molto benepresa aria (con alluminio battuto,sigillato con silicone) la zona posteriore, per ridurre le proiezioni provenienti dalla ruota posterioremodifica presa scatola filtro.Ruota posteriore che è una DID da 18”..per poter accettare le Michelin Desert: questa è la ragione della differenza dei colori: la anteriore è oro perché il cerchio è di serie…la posteriore è color alluminio…evidentemente non avevano avuto il tempo di trovare un cerchio post da 18 color oro: è anche molto probabile che questa ruota fosse stata già preparata dai ragazzi Francesi.Tutte e due le ruote sono ancora equipaggiate con le mousse: la anteriore è ancora abbastanza sostenuta…la posteriore…ovviamente….col tempo si è afflosciata..anche se il pneumatico non è completamente a terra; ovviamente ad una moto da gara non poteva mancare la modifica ai perni ruota per permettere di tirare il dado usando una sola chiaveblocco perni ruota.Bene…la descrizione tecnica della moto è praticamente finita…mancherebbe da dire che al motore è stato tolto il motorino di avviamento,la batteria ed il miscelatore (troppo rischiosa la possibilità che un granello di sabbia lo bloccasse) e, così si legge su un breve trafiletto trovato su un Motosprint, si  ridusse il rapporto di compressione, probabilmente rilavorando la testa  od usando delle guarnizioni di spessore superioreParticolare molto simpatico: sulla moto è rimasto anche la tanichetta , fissata al posto della batteria, che sicuramente serviva per portarsi dietro l’olio da miscela da fare durante i rifornimenti volanti.tanichetta olio mix

MA VE LO POTETE IMMAGINARE FARE MISCELA IN MEZZO AL DESERTO!?!?!?!?

E passiamo  adesso a quello che è stato necessario fare per cercare di resuscitarla:
1)   Il comando del gas era praticamente bloccato…la ruggine formatasi tra il manubrio ed il tubo del gas ne impediva quasi il movimento; smontato il comando del gas, pulito la ruggine..rimontato:OKma poteva funzionare il comando del gas

2)   Controllo del carburatore: aperto il coperchio superiore..prima sorpresa: il cavo del gas è rotto, appena dentro il carb…..nessun problema..c’è già pronto il cavo di ricambio!!! Immaginate la mia emozione nel togliere il nastro americano rosso (ovviamente quasi secco) messo per proteggere le due estremita’ e scoprire che il cavo di scorta è ancora buono!!!!!cavo gas di scorta

L’interno della valvola del carburatore è, oserei dire, perfetto, lustro ed ancora oliatointerno carb

…ci sono solo dei piccoli granellini di sabbia  sul coperchio superioretappo carb

…ma decido di lasciarli lì: rimonto la valvola, collego il cavo al comando del gas al manubrio, lo chiudo col coperchietto trasparente (che era mancante…sicuramente ciulato dai Frigerio per qualche loro necessità) in plastica trovato all’ultimo Novegro…..giro la manopola e…CLAC..CLAC il bel rumore sordo della valvola del gas in chiusura mi dice che siamo a posto!!!!
3)   Piccolo dramma: I RADIATORI: trovo il tappo del radiatore sollevato…e dentro UN BLOCCO DI CALCARE VERDE!!!!!!Cosa c'era nel radiatore

Mi tocca smontarli tutti e due…..li lascio una notte con dentro acqua e Acido citrico (quello che si compra per la pulizia dei ferri a vapore), svuoto una prima volta (e viene fuori un delirio di sporcizia) ripeto il trattamento dopo aver fatto passare abbondante acqua corrente, ripeto il trattamento ancora una volta ed..alla fine, l’acqua scorre decentemente rimonto il tutto e riempio il circuito con acqua demineralizzataradiatore alla fine del trattamento

4)   Controllo olio: Apro il tappo di carica olio, il livello dell’olio è buono..e l’olio ha ancora una densita’ ed una limpidezza ottima…decido di tenerlo così
5)   Scatola filtro: mi aspetto un altro dramma…ed invece NO: dentro la scatola filtro c’è un dito di sabbia, nella parte della aspirazione (che emozione sentirla tra le dita!!!!!interno scatola filtroma il filtro in spugna è miracolosamente ancora buono, lo sfilo un po’ e vedo che dalla parte   “filtrata” non si vede sabbia..ed il filtro non è danneggiato ne’ tantomeno dimostra la fragilità tipica dei filtri in spugna che hanno  questa età; evidentemente la abbondante oliatura a cui era stato sottoposto in origine ne ha preservato la struttura….decido di lasciare tutto così…sabbia compresa!!!! Se vuol toglierla, lo farà  Pistoni del Deserto…io non ho il coraggio di farlo!!!!!

E….FINALMENTE………………. ADESSO LA MARMITTA…. ci siamo arrivati: dalle foto laterali vedete che sulla moto c’è una marmitta….ma questa è una storia che può succedere solo cercando la roba nella caverna dei Frigerio!!! Dunque, quando tirai fuori la moto dal container, la marmitta non c’era…I Frigerio mi dissero che loro l’avevano presa così (infatti lo scarico era tappato da uno straccio che dimostrava tutti gli anni che debbono essere passati dal momento che qualcuno, chissà per quale ragione, la rimosse!!), Allora mi misi a cercare tra le montagne di marmitte sparse per tutta l’officina; mi dissi che non era possibile che lì dentro non potessi trovare quella adatta…PIA ILLUSIONE!! Montagne di marmitte…ma praticamente tutte per i Rotax (che girano a DX, normalmente) o per i Gilera stradali (e quindi basse)….alla fine, appesa nel posto più nascosto di uno scaffale ti vedo una marmitta che gira a SX…è una marmitta fatta da stampo (come era quella della Dakarina) ed ha l’attacco giusto per il Gilera…CI SONO!!!! Provo a farla passare sotto il serbatoio ed ad incastrarla sotto al codone e sembra andare….non riesco ad infilarla nel silenziatore (che invece e’ rimasto al suo posto) e non avendo tempo di smontare il codone mi convinco che quella è la marmitta giusta…vabbè…non c’è la protezione in alluminio battuto a mano che si vede in foto…ma non sarà difficile ricostruirla!!!! E così la moto rimane nel mio garage per 6 mesi con la marmitta che io ero sicuro fosse quella giusta!!!! Ma quando, finalmente, smontato il codone cerco di montarla…ORRORE….la marmitta viaggia bene fino a quando si infila nel telaio…ma poi va da tutt’altra parte e non arriva al silenziatore…invece di passare da SX a DX come dovrebbe essere quella dell’R1, questa si infila nella triangolatura del telaio ma va a raggiungere un silenziatore che deve stare dalla stessa parte, cioè a SX!!!!!!!! Lo sgomento dura un attimo…gettando una occhiata alla mia Friggy mi viene un coccolone!!! QUELLA MARMITTA SI MONTA SULLA FRIGERIO/GILERA!!!!!!!!!!! Incredibile!!!! Magari fu costruita per quel prototipo…ma poi, siccome era di stampo (magari ricavata da qualche marmitta Rotax) il Piero deve aver deciso di costruire la marmitta “a spicchi” che adesso ho sulla mia Friggy, per dare un tocco di originalità in più!!!!!! Quindi un evento disdicevole (per la Dakarina) mi ha permesso invece di avere una marmitta di scorta per la Friggy…e per un prototipo non è cosa da poco!!!!!marmitta

Ancora non sono riuscito  a verificare questa cosa, dal momento che non sono ancora andato a Canonica…ma sono curioso a bestia di sapere cosa ci fa un’altra marmitta che monta bene sul prototipino!!!!!!

Ma adesso il problema era: mica posso metter in moto la Dakarina senza marmitta!!!!! Il Tizio (e chi altri..senno) mi ha detto che una marmitta R1 ce l’ha e me la dà…..ma Pistoni del Deserto veniva Domenica scorsa….ed io non potevo tener fede alla mia promessa!!!!
Vabbè…..fuori dal mio garage/magazzino una marmitta di una SP01, fatto una asta di sostegno e montata la Marmitta SP01 (non ho fatto nessuna foto…..sarebbe stata una offesa alla Dakarina)!!!!

Pistoni del Deserto è arrivato domenica mattina……..mancava di mettere la benzina nel serbatoio e calciare!!!! Mmmmmhhhhh!!!! Ti pare a te!?  Il rubinetto faceva venir fuori solo qualche goccia…….smonta e puliscilo…..completamente intasato di sabbia!!!!!! Il litro di benzina che avevo messo nel serbatoio era uscito di un colore marrone molto poco promettente….due begli sciaquoni con benzina pulita…ed al terzo litro il colore comincia a ridiventare verde!!!!!
Bene…dal momento che la scintilla c’è…io sono convinto che al primo calcio parte: provo tre calci…niente!!!!!!!  Mi dico che sarà il filtro che è intasato…cerco di sfilare il tubo dal carburatore…non ci riesco! Allora mi avvio al garage per prendere un cacciavite e sfilare il tubetto…Pistoni del Deserto non resiste… prova un calcio….BRUUUMMMM..la Dakarina omaggia il suo nuovo tutore con  un bel vagito……e tiene quasi anche il minimo!!!!!! Ovviamente cercando di lavorare col gas, il motore si affoga e muore…..MA HA CANTATO DI NUOVO!!!!!!!!!!!!!!!
Decidiamo di mollare lì…perché sarebbe logico smontare la vaschetta (io avevo deciso di non farlo vedendo l’interno del carburatore così bello) e sicuramente cambiare il filtrino…oltre a dare una bella pulita al serbatoio….ma la Dakarina E’ ANCORA VIVA!!!!!!!!!!!
Adesso è nel garage di Pistoni del Deserto, ancora in Italia, e sicuramente la Dakarina farà la sua bella figura nella stupenda collezione che il nostro Pistoni del Deserto ha la fortuna di possedere….le prossime notizie ce le darà Lui……per adesso saluto tutti  e vi metto la foto che, a mio giudizio è quella della Carta di Identità della nostra Dakarina:biglietto da visita

Ahhhhh…mi è sfuggito un particolare carinissimo: tolto il codone lo ribalto e che cosa mi casca giù dalle sacche laterali?!?!?!

1)Due pedane di scorta molto strane…praticamente fatte con due pedane di serie con saldato sopra un tubo ed un altra pedana…….una sorta di pedana rialzata…..perchè!?!?! E chi lo sà!!!!! magari servivano a migliorare la guida in piedi…bohhh!!! Accidenti a me ..non ho fatto foto!! Beh…ci penserà Pistoni del Deserto che, da preciso qual’è fara un servizio fotografico molto migliore di quello fatto col telefonino da me
2) E questa è una vera chicca: svolazzando cade a terra un pezzetto di un disegno Gilera…. nel retro non c’è scritto  nulla; magari ,ho pensato, avrebbe potuto essere un pezzetto di carta con su un memo…..ma anche se molto sbiadito si vede che non c’era scritto nulla!nel codone

Il bello è che il disegno dovrebbe essere di una Gabbia (si legge nella intestazione) e dalla firma di chi lo fece deduco che fosse un particolare del motore, quindi una Gabbia a Rulli……ma perchè sarà finito dentro al codone? Forse era dentro al foglio di Pluriball con cui era riempito il codone?   Questo comunque ci dice che il foglio di pluriball era stato messo in Gilera…altrimenti il pezzo di disegno non sarebbe potuto cadere là dentro!
E che il foglio abbia toccato il sacro suolo d’Africa è certo…è anche lui incrostato di sabbia!!!!
Anche questo particolare…apparentemente insignificante..per me aumenta il fascino di questa motoretta…..che se ne va in giro per la Francia e in Algeria con un pezzo di disegno Gilera…magari proprio il disegno della gabbia a rulli del suo albero motore (e la firma è congruente!!!)……datemi pure del romanticone o dello smielato….ma a me queste cose inteneriscono!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

2 sorelle schierate

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UPDATE 5/4/13

 

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Finalmente c’è una foto del “Repartino Rally” di cui ho parlato spesso…non ne avevo nemmeno io!!!!

Allora, il Gigante “avventuroso” per me ha fatto la foto, infatti non si vede e, a parte il Silvanoche ormai è conosciuto da tutti i Gileristi della terra ci sono:

1) Inginocchiato il Giorgione ” Mandelun”, altro meccanico storico ex-cross…quello che a Maddii gli tirava i sassi, invece che dargli le segnalazioni!
2) Sulla DX della prima moto c’è “Brugola”, uno dei collaudatori di serie; infatti ha ancora su’ il giubbino in pelle…si vede che era appena rientrato da un giro….era il mago della carburazione, che faceva tutte lui! Oggi credo che sia il Capoofficina di una grossa concessionaria Mercedes di Monza.
3) Dietro la moto ed a fianco di Silvano c’è il “Valtsec”…detto anche ” Rigainmes”..dal momento che aveva dei capelli che erano spessi come tronchi e li portava con una riga scolpita al centro! Era il responsabile dei prototipi (cioè gestiva i prototipi, coi fornitori esterni). Oggi lavora da Buzzi, una grande officina dove fanno barche e motori per l’Offshore.
4) Dietro alla testa di Silvano si vede la faccia del Borin…altro collaudatore di serie..ma appassionatissimo fuoristradista: oggi lavora a Pesaro, alla TM
5) L’ultimo, quello in tuta rossa Gilera e con la barba…proprio non lo riconosco…per mè era uno dei Francesi!!!!

Riporto un estratto di un messaggio ricevuto da un individio che lavorava presumo alla Gilera che mi ha contatto in passato ma che aihme ho perso la sua email. Posto pero ‘ il suo ultimo messaggio parziale

“Credo che dobbiate , per onor del VERO ripostare quanto vi scrissi a suo tempo.
A proposito quella foto , e altre in mio possesso , non sono state fatte da nessun “gigante avventuroso” ma da Patella (presente per definire la carburazione ) con la mia macchina fotografica .
E…il “barbuto” era effettivamente uno dei 2 francesi ( non erano “ragazzi” ma militari della legione straniera)”

Spero mi invi altre foto e informazioni

 

 

 

Make Model

Gilera R1-125

Year

1988

Engine

Liquid cooled, two stroke, single cylinder, reed valve

Capacity

124 Bore x Stroke 56 x 50.5 mm Compression Ratio

Induction

Ignition  /  Starting

Max Power

27hp  20 kW @ 9500 rpm  (rear tyre 25.3 hp @ 9500 rpm)

Max Torque

.91 kg-m @ 9500 rpm

Transmission  /  Drive

Front Suspension

Rear Suspension

Front Brakes

Rear Brakes

Front Tyre

Rear Tyre

Wet-Weight

134 kg

Fuel Capacity

Consumption  average

19.8 km/lit

Braking 60 – 0 / 100 – 0

13.4 m / 40.9 m

Standing ¼ Mile

16.3 sec / 122.2 km/h

Top Speed

134.5 km/h

4 Responses

  1. VALADE Gilles
    VALADE Gilles December 4, 2015 at 9:38 am | | Reply

    Hi
    i’m Gilles Valade french guy’s of this dakar withe Gilera 125 ” Le Défi 125″.I just read your article on the challenge 125dont I am the initiator. if you want I have other details.

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